L'altro giorno ho visto mia sorella piegata sul tavolo, la penna in mano e un'espressione contratta dipinta sul volto tenero: era intenta a scrivere la letterina per Natale, i suoi desideri.
Ho scoperto a 7 anni che Babbo Natale era un'invenzione, non che i miei me l'abbiano raccontato.
Semplicemente era impossibile, assolutamente assurdo che un solo essere umano facesse tutto ciò per ogni bambino del mondo, considerando che c'era chi stava malissimo e non sapeva neppure scrivere e che il mondo è davvero molto vasto. Sì, mi davo a deduzioni anche a 7 anni.
Comunque, dopo questa immagine, ho pensato che anch'io dovessi scrivere una letterina dei miei desideri per questo Natale.
L'ho sempre fatto pur sapendo la realtà dei fatti perché mi divertivo a riflettere, di fronte a quel foglio bianco, e capire cosa davvero contasse per me.
Quest'anno mi sono seduta alla scrivani, la matita stretta fra l'indice e il pollice, e il mio viso si è improvvisamente scurito.
Quel foglio era vuoto.
Bianco.
Ed ero davvero convinta sarebbe rimasto tale.
Cosa vorrei per Natale?
Io non lo so, davvero non lo so.
Già.
Questa è quel tipo di risposta che si dà quando in fin dei conti si sa di aver fin troppo da dire.
Cosa potrei desiderare? Ho già tanto.
Sono fortunata.
Ho una famiglia.
Una sorella.
Un cane.
Dei voti decenti a scuola.
Ho una casa.
Ho una ragazza.
Ma sono sicura che non posso aver smesso di ambire a qualcosa di piu.
Probabilmente, desidero poter vedere questa stessa realtà da molte prospettive diverse.
Desidero andare a scuola e ricevere sorrisi di prima mattina, quei sorrisi che ti sciolgono il cuore e avere amici che tengano davvero a me, a prescindere dalle mie idee, dal mio aspetto k dalle mie scelte.
Vorrei poter ascoltare sempre la musica quando mi sento un po' giù senza che il mio telefono decida di spegnersi, improvvisamente e immotivatamente, e annegare in quelle melodie che tanto venero, nella mia unica religione: la felicità.
Vorrei poter essere sempre disponibile per gli altri e non trascurare mai nessuno, aiutare quante più persone possibile e rendere la loro vita almeno un po' più importante per loro stessi.
Vorrei voti sempre alti a scuola ed essere ritenuta oggettivamente bella. Intendo, bella per davvero.
Vorrei non ricevere mai dei "no" e raggiungere tutti i sogni che con fatica e dedizione mi ostino ad inseguire, come un bambino a caccia di farfalle.
Vorrei avere la libertà di esprimere chi sono senza alcun timore, la libertà di poter dire ce amo il corpo femminile come se non ci fosse nulla di diverso dall'amare quello maschi, il che è vero, perché si tratta di preferenze e soprattutto di amore.
Di conseguenza vorrei poter prendere la mano della mia ragazza quando voglio e baciarla con naturalezza, senza doversi furtivamente nascondere, data l'imprevedibilità delle reazioni delle persone.
Già, le persone...
Vorrei che riuscissero ad aprire gli occhi, a capire che non c'è nulla di male in alcun tipo di amore, perché ciò che importa è il legame instaurato con l'altra persona e non ciò che si ha fra le gambe.
Vorrei anche non essere etichettata se sto con lei.
Sì, mi piacciono le ragazze, ma prima ancora di una "lesbica" sono una persona, con un naso, due occhi, una bocca, dei capeli, due orecchie e soprattutto un cuore e dei sentimenti e vorrei essere rispettata, apprezzata e considerata a prescindere dal mio orientamento sessuale.
Lo vorrei per tutti.
E poi c'è lei... Vorrei che lei fosse felice. Che stesse bene per davvero, intendo.
Vorrei che non inseguisse un sogno che la può ferire, assuefandola di potere.
Vorrei esserci sempre per lei, poterle stare sempre accanto e tenerla al caldo.
Vorrei aiutarla a sorridere più spesso e piangere di meno, ad accettarsi per com'è in ogni propria sfaccettatura.
Io la amo. E vorrei insegnarle ad amarsi.
Insomma, per Natale vorrei tante cose e dubito di poterle ottenere in dono.
Per quanto alcuni possano essere utopistici come desideri prometto a me stessa e a tutti voi che state leggendo che farò qualsiasi cosa purché tuto ciò accada, ve lo posso assicurare.
Per il mondo, per gli altri, per me, per lei.
Per noi.
The Girl Who Never Cried
Ti ammiro tanto. Spero otterrai tutte queste cose perché sono dei desideri molto belli.
RispondiEliminaL'altra volta riflettevo proprio sulle etichette. Su come per molto tempo ho cercato di etichettare il mio dolore. Forse per capirlo meglio, forse per tenerlo sotto controllo, per spiegarlo agli altri, a me stessa..Poi ne ho finalmente parlato, di come non capivo nulla di come mangiavo, se fosse un problema, se fosse grave, di come non lo capissi perché non rientrava ormai piú in una etichetta standard. Credo che lo stesso possa valere per la parola "lesbica".
Una mia amica (che si é sempre definita "etero", ma ha sempre affermato "io non amo gli uomini, amo le PERSONE")l'altra volta rifletteva: forse diamo dei nomi per sapere come porci davanti agli altri. Sappiamo che se l'altra persona é x/y dobbiamo comportarci in un certo modo..oppure usiamo le etichette per spiegare agli altri qualcosa..
Viviamo in un mondo dove le persone hanno bisogno di certezze. Si etichetta tutto ció che sfugge al nostro controllo e al nostro dominio (anche linguistico). Quando ho parlato apertamente di come mi sentivo riguardo a quello che mi era successo con il cibo , ho capito che non avevo bisogno di un nome per validare il mio dolore, ne di un medico che mi dicesse che stavo veramente male. Potevo non comprendere fino in fondo eppure sapere che tutto ció era reale. Non avevo bisogno di pesare quello che provavo, ne di giudicarlo in nessun modo.
I sentimenti sono cosi belli e vasti che non si possono racchiudere in una parola. E nessuno dovrebbe giudicarti per questo.
L'importante che non lo fai tu stessa di modo che anche gli altri possano imparare a non farlo. E se qualcuno si sente scomodo davanti a un sentimento come un altro é un suo limite.Possiamo aiutare qualcuno a oltrepassare quel limite e venirci incontro, possiamo avere pazienza e spiegargli ció che non sa e aspettarlo con amore e pazienza se é qualcuno a cui vogliamo bene, ma poi dobbiamo staccarci e lasciare a noi stesse la possibilitá di non far si che gli altri decidano i nostri limiti e le nostre possibilitá nella vita.
Spero che arriverá un giorno in cui potrai dare serenamente la mano alla tua dolce metá, magari anche tra sguardi maligni, e sentirti comunque LIBERA.
Te lo auguro davvero di cuore perché sembri una bella persona.
ti abbraccio
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\outl0\strokewidth0 \strokec2 Ciao :) \
Grazie per il tuo commento, mi ha veramente scaldato il cuore e rispecchia esattamente ci\'f2 che io penso. \
Anche perch\'e9 affibbiar si un'etichetta corrisponde a ritenersi solamente quello ed \'e8 un muro verso la porosa conoscenza di noi stessi.\
La penso come te.\
Per\'f2 c'\'e8 da fare una precisazione.\
Le etichette danno fastidio sui vestiti, figurarsi sulle persone, ma quando si ha la certezza di qualcosa avere la capacit\'e0 di identificarsi senza tuttavia ritenersi uno stereotipo \'e8 importante.\
Ad esempio io ora come ora (non nego possa cambiare in futuro, ma adesso sono cos\'ec) mi sento in grado di amare solo persone di sesso femminile, senza ovviamente odiare o disgustare quello maschile. Semplicemente lo apprezzo in modo diverso.\
Io pertanto sono "lesbica", ma prima ancora sono una persona e ci tengo a non essere definita soltanto come "la ragazza a cui piacciono le ragazze" perch\'e9 come ogni altro essere umano la mia vita ha millemila sfaccettature e sfumature.\
Grazie ancora, di cuore \
Un abbraccio,\
That Girl Who Never Cry}